Consulta. "Tutelare meglio bimbi nati con maternità surrogata". Ma la Consulta vuole che sia il legislatore a sanare il gap legislativo

di redazione 29/01/2021 CULTURA E SOCIETÀ
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La Consulta ha esaminato le questioni di legittimità sollevate dalla Cassazione sull'impossibilità di riconoscere in Italia, perché in contrasto con l'ordine pubblico, un provvedimento giudiziario straniero che attribuisce lo stato di genitori a due uomini italiani uniti civilmente, che abbiano fatto ricorso alla tecnica della maternità surrogata. La questione è stata dichiarata inammissibile.

Ma la Corte, fermo restando il divieto penalmente sanzionato di maternità surrogata, ha ritenuto che l'attuale quadro giuridico non assicuri piena tutela agli interessi del bambino nato con questa tecnica.

La Consulta, riunita in camera di consiglio, ha esaminato la questione del riconoscimento dello status di figli per i nati mediante tecnica di procreazione medicalmente assistita eterologa, praticata all'estero da due donne. In attesa del deposito della sentenza, l'Ufficio stampa della Corte fa sapere che la questione è stata dichiarata inammissibile. In assenza di una disciplina applicabile al caso concreto, la Corte ha ritenuto, allo stato, di non intervenire ed ha rivolto un forte monito al legislatore affinché individui urgentemente le forme più idonee di tutela dei minori, anche alla luce delle fonti internazionali.

Era stato il Tribunale di Padova a sollevare la questione di costituzionalità. I giudici veneti avevano riscontrato un vuoto di tutela in presenza di una situazione conflittuale della coppia, che rendeva, tra l'altro, impraticabile il ricorso all'"adozione non legittimante".

"Sono molto delusa, speravo in una decisione diversa". E' il commento al pronunciamento della Consulta della mamma che aveva dato il via al caso. La vicenda riguardava due donne padovane che avevano avuto due figlie con la fecondazione assistita. Da questa pratica messa in atto a Barcellona sono nate due bambine. Poi le due donne si sono separate. La mamma "biologica" non ha più voluto far vedere le bambine all'altra madre, che quindi si è rivolta ad un avvocato. Dal tribunale dei minori all'Appello al Tribunale di Padova, nessuno ha trovato un appiglio giuridico al quale fare riferimento. Il tribunale di Padova ha quindi rimesso il caso alla Corte Costituzionale, che oggi ha dichiarato il caso inammissibile.

Possibile, quindi, anche una doppia lettura della sentenza: c'è che interpreta la sentenza come un possibile invito all' accelerazione in materia e chi, invece, sembra propendere per pensare che la Consulta abbia voluto porre uno stop alla proliferazione di "nuovi diritti". In queste ore, si è discusso però anche di un secondo caso. Di sicuro c'è che la Corte ha anche rimarcato l'urgenza di un provvedimento teso a tutelare i diritti dei minori. La Corte di Strasburgo, per esempio, si è già espressa con favore sul riconoscimento e l'iscrizione dei bamabini nati con l'eterologa, ma in Italia il Parlamento non ha ancora preso una posizione effettiva.

Anche per la vicenda del ricorso del Tribunale di Padova che era teso a comprendere come garantire ad un bambino un'identità che gli consentiva di vedere riconosciuti e di poter azionare i suoi diritti nei confronti di chi si è assunto la responsabiità della procreazione, la Corte ha dichiarato l'inammissibilità. In relazione a questa seconda vicenda, è bene ricordare la sostanza: si discute dell'assegnazione della tutela dopo una crisi avvenuta tra la madre legale e la cosiddetta madre intenzionale, così come ripercorso dall'Adnkronos. Niente da fare pure per questa seconda questione, dunque. Perché non c'è una legge quadro che possa consentire alla Corte di esprimersi. Adesso c'è attesa per il deposito delle motivazioni, che potrebbero fornire più di qualche indicazione. Tutto questo avviene mente un governo che si era dimostrato aperto nei confronti della promozione e dell'approvazione di leggi riguardanti "nuovi diritti" sembra ormai sull'uscio di Palazzo Chigi.



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